L’Orologio del Campanile del Convitto

L’orologio del Campanile del Convitto. Nella nostra scuola c’è un campanile? Con le campane? C’era anche un orologio? In questo articolo ricostruiremo la storia

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L’orologio del Campanile del Convitto

Nella nostra scuola c’è un campanile? Con le campane? C’era anche un orologio? In questo articolo ricostruiremo questa storia.

Nell’opera La Compagnia di Gesù nel territorio della provincia taurinense (Chieri 1917) si racconta della partenza da Novara del vice rettore P.Isaia Carminati (1798-1851), avvenuta nel 1840: questa fonte fornisce un’importante notizia sull’orologio del campanile: “(sc. P. Carminati lasciò) sul campanile poi un nuovo orologio, dell’industre Fr. Bonacina, non solo suonava le ore, le mezze e i quarti, ma  perfino la sveglia, assicurando così la precisione di quell’importante inizio della giornata”. 

Prima di raccontare dell’orologio, è bene raccontare qualcosa sul campanile.

Il campanile del Convitto, allora come oggi, è uno dei primi monumenti della città visibili da chi arriva in ferrovia, esso supera in altezza quelli delle chiese vicine: Monserrato, San Luigi, San Pietro al Rosario e Sant’Eufemia. In una città antica, l’edificio più alto appartiene all’istituzione più potente: nella Novara della Restaurazione il nuovo campanile della Collegio dei Gesuiti era, ed è ancora, il terzo più alto (dopo quello della Basilica e del Duomo). Nel 1836 un fulmine aveva colpito la sommità del campanile del convitto e subito i padri Gesuiti avevano avviato una raccolta fondi per la ricostruzione. Dai resoconti delle spese, conservati all’Archivio di Stato, si scopre che il disegno dell’attuale campanile è opera del celebre architetto Luigi Orelli, già docente presso il Liceo annesso al collegio; di questo intervento restano ben visibili i «capitelli» opera dello stuccatore Pietro Cattaneo, le «fiaccole di molera poste sopra i vasi» ai quattro angoli superiori (realizzati dal marmorino Giuseppe Maria Rossi ed i vivi posati dallo scalpellino Donnini). Fin qui i dati in possesso sul campanile, ma chi ha costruito l’orologio? 

Il portale on line dei Gesuiti defunti riporta al cognome Bonacina due fratelli: Silvestro (Reggio Emilia 1806-Chieri 1874) e Ferdinando (1804-1860 Zahlé-Libano): quest’ultimo è uno dei sacerdoti ucciso durante la Guerra libanese negli scontri tra i Maroniti (cristiani) i Drusi e Curdi (musulmani). La ricerca in internet ha confermato la notizia di un Silvestro Bonacina gesuita e costruttore di orologi: egli fu chiamato,ad esempio, a Reggio Emilia nel 1848 per restaurare l’antico orologio della torre civica. Il funzionamento, invece, di uno dei tanti orologi costruiti ex novo dal Bonacina è contenuto, invece, in una rivista di scoperte fisiche e matematiche pubblicata a Roma nel 1846 (Raccolta di lettere ed altri scritti intorno alla fisica ed alle matematiche compilata dal dott. Carlo Palomba). C’è un legame tra Padre Isaia Carminati e Saverio Bonacina? Il nostro vice rettore, oltre a tradurre in latino i Dialoghi di Luciano di Samosata e gli Epigrammi dell’Antologia Palatina, ha composto diversi poemetti proprio per gli orologi, ben 13 secondo un articolo di  La Civiltà Cattolica (principale rivista dei Gesuiti tuttora in stampa), commissionati proprio a Silvestro Bonacina nei vari istituti in cui padre Isaia aveva insegnato. E se fra questi orologi ci fosse anche quello del Convitto di Novara? La risposta sembrerebbe essere affermativa, del resto Padre Isaia è stato in solo otto collegi della Compagnia,  bisognerebbe comunque continuare le ricerche nelle fonti archivistiche, ma si potrebbe anche salire sul campanile e leggere le iscrizioni sulle campane… Eppure, senza andare troppo lontano, c’è una traccia dell’orologio! Nelle vecchie foto di inizio secolo si vedono ben due orologi al Convitto: uno nel timpano della facciata e l’altro proprio nel campanile. Chissà se le campane del campanile torneranno a suonare, magari solo il primo e l’ultimo giorno di scuola, intanto ecco un distico di uno poemetto sull’orologio, a voi lettori la traduzione.

Tempus signo. Incertum laetum ne anne sinistro.

De me, nam culma est non mea, parce queri.

Nelle foto: Padre Isaia Carminati nell’organigramma del Convitto dell’anno 1840; i due orologi del convitto da una foto della prima metà del secolo scorso; la cella campanaria con all’interno le due campane (ripresa con drone); veduta della città di Novara con il campanile del Carlo Alberto; infine, Padre Silvestro che costruisce un orologio meccanico ( foto generata con IA).

 

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