Il Collegio Reale di Novara o, secondo le fonti interne alla Compagnia di Gesù, Novariense collegium et convictus S(ocietatis) J(esu) è il nome che viene dato ad un’istituzione, fino ad allora inesistente, nel restaurato Regno di Sardegna: il liceo ed il convitto sono stati fondati a Novara durante il governo napoleonico. Vittorio Emanuele I non solo si disinteressa dell’ordinamento della scuola con l’affido ai Gesuiti, ma toglie ogni forma di sovvenzione governativa: le spese di gestione del collegio, infatti, sono ora a carico agli enti locali: comuni delle province di Novara e Vigevano.
La gestione dei Gesuiti, effettiva dal 1818 al 1848, vede la presenza al Convitto di padri e docenti provenienti da diverse parti dell’Europa: oltre al famoso padre Luigi Taparelli d’Azeglio zio del genero di Alessandro Manzoni (Giulia Manzoni sposa Massimo D’Azeglio); si segnala in quegli anni la presenza di Padre Cristiano De Chateaubriand (nipote del famoso scrittore) o di Ignazio Poczobut, nipote del primo direttore dell’osservatorio astronomico dell’Università di Wina, anch’egli gesuita. In questi anni viene costruito il dormitorio sul Baluardo, restaurata la chiesa e costruiti i camerini per i convittori: nella pedagogia Ignaziana ogni studente ha una propria “unicità di intelletto e di fede”, ragion per cui gli adolescenti non dormono in camerate, ma in piccole stanze singole. Un retaggio di queste strutture è verosimilmente la serie di porte murate nelle aule del corridoio del secondo piano del liceo. Infine, i Gesuiti uniscono l’edificio del Convitto con il liceo ( attuale Casorati) portando a compimento i due archi di collegamento su via Mario Greppi.
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